Le frasi e le citazioni di Albert Einstein

Albert Einstein

"Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, che mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico, fu attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica, e per il suo apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo.

Albert Einstein nacque ad Ulma il 14 marzo del 1879 da una benestante famiglia ebraica, figlio di Hermann Einstein, proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari elettrici, e di Pauline Koch. Frequentò una scuola elementare cattolica e, su insistenza della madre, gli furono impartite lezioni di violino. All'età di cinque anni il padre gli mostrò una bussola tascabile e Einstein si rese conto che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord; descriverà in seguito quest'esperienza come una delle più rivelatrici della sua vita.
La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è contestata (v. a lato Emilio Segrè). Nell'agosto del 1886, infatti, Albert riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: «Ieri Albert ha ricevuto la pagella, è nuovamente il primo della classe»[2]. Einstein cominciò a studiare matematica insieme a un amico di famiglia, Max Talmud,[3] che gli procurò testi scientifici come gli Elementi di Euclide ma anche filosofici come la Critica della ragion pura di Kant[3]. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il Luitpold Gymnasium ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti sia in matematica che in latino[4]. Suo zio Jakob, inoltre, lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente «...provando un profondo senso di felicità»[5].

A causa di diversi dissesti economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi di frequente: dapprima a Monaco di Baviera, poi, nel 1894, in Italia, a Pavia, dove Albert scrisse il suo primo articolo scientifico, e due anni dopo in Svizzera, a Berna. Quando la famiglia si trasferì a Milano, Einstein, quindicenne, restò in Svizzera per proseguire gli studi, ma presto li abbandonò e si ricongiunse con la famiglia.

Il fallimento all'esame d'ingresso al Politecnico di Zurigo nel 1895, tentato nonostante non avesse l'età minima richiesta e non superato per insufficienza nelle materie letterarie, fu una dura battuta d'arresto. Per concludere gli studi superiori fu pertanto mandato dalla famiglia ad Aarau, dove riuscí a conseguire il diploma nel 1896. Nell'ottobre dello stesso anno ritentò l'esame di ammissione al politecnico, questa volta superandolo. All'età di diciassette anni rinunciò definitivamente alla cittadinanza tedesca. Nel 1898 incontrò e s'innamorò di Mileva Mari?, sua compagna di studi[6]. Mileva era l'unica donna ammessa a frequentare il politecnico federale svizzero.

Einstein concluse gli studi al politecnico nel luglio del 1900, superando gli esami finali del diploma con la votazione di 4,9/6, classificandosi quarto su cinque promossi. Fra i candidati in matematica e fisica vi era anche Mileva Mari?, che conseguì il voto di 4/6 risultando bocciata. Egli fu l'unico dei diplomati a non ottenere un posto come assistente[7]. Nel 1900 gli venne garantito un diploma da insegnante dall'Eidgenössische Technische Hochschule e nel 1901 fu naturalizzato svizzero[8]. In quel periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva[9].

Nel gennaio 1902 Mileva ebbe una figlia, Lieserl, che morì presumibilmente di scarlattina. Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane, che volontariamente decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel 1903 Albert e Mileva si sposarono in municipio. In seguito Mileva avrebbe dato alla luce altri due figli: Hans Albert (1904), che sarebbe diventato ingegnere, ed Eduard (1910) che, nonostante il talento nella musica e negli studi, fu travolto dalla malattia mentale e trascorse gran parte della sua vita tra la casa materna di Zurigo e l'ospedale psichiatrico Burghölzli.

Dopo il diploma, Einstein trovò lavoro presso l'ufficio brevetti di Berna. Insieme all'amico e collega di lavoro Michele Besso fondò un gruppo di discussione chiamato "Accademia Olimpia", dove si discuteva di scienza e filosofia."

Fonte Wikipedia (Albert Einstein)

Albert Einstein Ulma, 14 marzo 1879 - Princeton, 18 aprile 1955

Le frasi e gli aforismi di Albert Einstein

Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità.

—Albert Einstein

Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell'umanità.


Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.

—Albert Einstein

Il senso comune è quello strato di pregiudizi che si sono depositati nella mente prima dei diciotto anni.


Il Signore è sottile, ma non malizioso.

—Albert Einstein

Il Signore è sottile, ma non malizioso.


Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere.

—Albert Einstein

Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere.


Imparare e insegnare cose che non si possono pienamente accettare nel proprio intimo è sempre un compito difficile.

—Albert Einstein

Imparare e insegnare cose che non si possono pienamente accettare nel proprio intimo è sempre un compito difficile.


L'amore porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.

—Albert Einstein

L'amore porta molta felicità, molto più di quanto struggersi per qualcuno porti dolore.


L'immaginazione è più importante della conoscenza.

—Albert Einstein

L'immaginazione è più importante della conoscenza.


L'odio che impazza contro noi ebrei affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica, e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo.

—Albert Einstein

L'odio che impazza contro noi ebrei affonda le radici nel fatto che abbiamo sostenuto l'ideale della convivenza armonica, e che gli abbiamo dato espressione con parole e coi fatti tra la maggior parte del nostro popolo.


L'umanità avrà la sorte che saprà meritarsi.

—Albert Einstein

L'umanità avrà la sorte che saprà meritarsi.


L'uomo di scienza non è niente altro che un misero filosofo.

—Albert Einstein

L'uomo di scienza non è niente altro che un misero filosofo.


La conoscenza scientifica non gode di un accesso immediato alla realtà di cui parla, non è come aprire gli occhi e constatare che si è fatto giorno.

—Albert Einstein

La conoscenza scientifica non gode di un accesso immediato alla realtà di cui parla, non è come aprire gli occhi e constatare che si è fatto giorno.


La cosa più importante è non smettere mai di domandare.

—Albert Einstein

La cosa più importante è non smettere mai di domandare.


La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza.

—Albert Einstein

La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza.


La differenza fra la gloria reale e quella fittizia sta nel sopravvivere nella storia o in una storia.

—Albert Einstein

La differenza fra la gloria reale e quella fittizia sta nel sopravvivere nella storia o in una storia.


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